Una comparazione cartografica realizzata potrebbe dissolvere l’opinione comune sulla mappa di Piri Reis, uno dei cartografi più autorevoli della storia antica. L’ammiraglio turco volle disegnare il Nuovo Mondo da pochi anni scoperto ma i tratti del documento risultano essere quelli di un altro continente.


Cenni sul documento

La mappa di Piri Reis, conservata nella Biblioteca del Palazzo Topkapı di Istanbul, dove fu rinvenuta nel 1929 durante i lavori di rifacimento per trasformarlo in museo, è parte di una pergamena più grande (forse il doppio). Riporta la rappresentazione cartografica del Nuovo Mondo scoperto da Colombo 21 anni prima, in base alle informazioni in possesso dell’ammiraglio turco Piri Reis nel 1513. La mappa sarebbe stata donata al sultano Solimano il Magnifico nel 1517. Sulla pergamena vi è traccia di ritocchi successivi: i testi soprattutto sono stati aggiunti in un secondo momento. In base a quanto scrive lo stesso Piri Reis sulla sua ricostruzione, uno dei documenti di riferimento fu la così detta “Mappa di Colombo” usata nel 1492 e forse aggiornata in seguito alla scoperta dagli spagnoli (la mappa di Colombo era stata razziata dai turchi al largo di Valencia).
Tra l’altro la testimonianza scritta di Piri Reis è una conferma della “genovesità” di Colombo tanto netta quanto dimenticata. Infatti Reis scrive “…Amma şöyle rivayet ederler kim Cinevizden bir kâfir adına Qolōnbō derler imiş, bu yerleri ol bulmuştur”, il che si traduce con: “Si racconta che un infedele di Genova di nome Colombo abbia scoperto questi paraggi …”. Qolōnbō, non la dizione spagnola Colòn. Oltre alle mappe colombiane Reis utilizzò probabilmente anche alcuni portolani e mappe portoghesi, come quelle del capitano Cabral, partito dalla Guinea verso l’attuale Brasile nel 1500, o quelle di Vespucci, che arrivò fino alle coste della Patagonia attorno al 1504. L’interpretazione della carta presenta incongruenze evidenti, infatti   considerando che la redazione è successiva di appena due decenni al primo viaggio di Colombo, suona illogico il disegno di una costa estesa migliaia di chilometri, a sud dell’Argentina e della Terra del Fuoco, là dov’è il continente Antartico, che però sarebbe stato raggiunto da una nave solo nel 1820, cioè 300 anni dopo Piri Reis.


Il dubbio: la mappa di Piri Reis rappresenta realmente  il Nuovo Mondo?

La ricostruzione cartografica di Piri Reis è, come ammesso dallo stesso autore, ricavata più mappe antiche. Se le cose stanno così, come peraltro è ammesso dagli studi ufficiali, allora si tratta di una cartografia che non rappresentava le Americhe, almeno in origine. In realtà è la stessa mappa – così come ci appare - a rappresentare nella sua parte sinistra ed in basso l’insieme del Nuovo Mondo ma con le linee di un’altra costa, di altre isole, di un altro continente. Se si legge la rappresentazione dell’ammiraglio turco sotto questa luce, appaiono coincidenze grafiche così numerose da rovesciare del tutto l’opinione comune del mondo scientifico, secondo cui nella mappa stessa sono raffigurate le  Americhe. Si tratterebbe quindi di una carta adattata e “americanizzata” successivamente, partendo da una mappa più antica, più ampia e dettagliata, che non è riferita alle coste del New England o del Brasile, ma a quelle della costa orientale  asiatica. Analizzando la cartografia turca sotto questa nuova luce, si possono notare, ben chiari sulla mappa, alcuni simboli particolari e una moltitudine di isole, penisole e fiumi, che poco hanno a che fare con il Nuovo Mondo. Il fatto che la parte in alto a sinistra della mappa potesse rappresentare non l’America Centrale ma le coste orientali dell’Asia con rappresentazione di molte piccole isole e del Giappone (la grande isola in rosso) era già stato evidenziato in precedenza al presente documento da altri studiosi.


La chiave del mistero

Per risolvere i misteri si deve partire dai particolari apparentemente minori. Sono le tracce in grado di portarci a nuove conclusioni, a rovesciare l’opinione comune. E’ quanto è avvenuto quando abbiamo individuato il significato e l’origine delle figure mitologiche riportate in una posizione particolare della mappa, ovvero in corrispondenza di quella catena montuosa ben visibile sulla pergamena che tutti credono rappresenti le Ande. Quelle due figure erano la chiave dell’enigma, la prova che definitivamente spostava la mappa dall’altra parte dell’Oceano Pacifico: in Asia ed in particolare in Tibet. Si tratta di Tara, la “divina  madre” del popolo tibetano, e della scimmia con cui, secondo il mito fondatore, Tara stessa si accoppiò in un luogo roccioso delle montagne del Tibet e dalla cui unione il popolo tibetano avrebbe avuto origine.

Analizzando la mappa di Piri Reis su scala mondiale, sembrano più evidenti le somiglianze con la linea costiera e le isole dell’Asia orientale che con quelle americane.
Probabilmente nel 1513 (ma il lavoro iniziò anni prima) non vi erano ancora dati sufficienti per considerare il “Nuovo Mondo” come un nuovo continente. P. Reis quindi - secondo l’ipotesi che proponiamo – cercando di redigere presumibilmente una carta del Mondo allora conosciuto, di cui una parte e’ andata perduta, adattò una o più carte asiatiche a quella americana, mostrando con evidenza la grande punta orientale brasiliana compresa tra le città di Bahia Salvador e Fortaleza, una zona più conosciuta di altre ma la linea costiera rimase quella asiatica: come Colombo, considerava forse ancora (scientemente o meno) il Nuovo Mondo come “India” e si comportò di conseguenza. Si deve considerare che soltanto nel 1513 Vasco Núñez de Balboa attraversò l'Istmo di Panamá giungendo in vista dell’Oceano Pacifico. L’entroterra del Sudamerica fu conquistato da Pizarro solo a partire dal 1531.  Infine, quasi tutte le rappresentazioni di animali reali o mitologici raffigurati nella mappa, sembrano decisamente riferite all’Asia, e non alle Americhe. Oltre al mito della divinità Tara (tibetana), parliamo della scimmia e del cane danzanti come nell’iconografia cinese in un’area che sembra essere senza dubbi quella di Shanghai. Parliamo di un’antilope disegnata nella zona delle “Ande”, ma simile a quelle delle montagne asiatiche, di un cobra (o comunque di un serpente) stranamente raffigurato nella zona corrispondente alla Terra del Fuoco, che però somiglia  (in rappresentrazione Terra Australis) partendo dal Golfo di Tonkin alla costa del Vietnam fino alla foce del Mekong o al Golfo di Tailandia dove in effetti tale rettile è presente.  

Molti indizi - come si dice nel linguaggio giuridico - fanno una prova.

La domanda che occorre a questo punto porsi e’ la seguente: chi disegno’ con tanta precisione le mappe dell’Asia orientale di cui il cartografo del XVI Secolo Piri Reis si servi’ per la realizzazione della sua famosa mappa?        

  

       www.mysteriousmaps.com                                                                            Max Denari